La banda degli invisibili – Fabio Bartolomei – E/O – Recensione

Un libro dalla copertina arancione brilla di luce propria. É un messaggio promozionale efficace per chi, come me,  considera l’allegria un valore, e  i libri, capaci di farti  ridacchiare  tra le righe, un bene di lusso. Ho cominciato a rigirarmi “La banda degli invisibili” tra le mani, attirata dal suo colore, e comincio già a sorridere. Non c’è niente da fare, l’arancione mi mette di buonumore.

Cosa succede se un gruppo di ottantenni ex partigiani decide di rapire Silvio Berlusconi? 

La quarta di copertina aggiunge punti ai punti. Mi dico che se fosse un libro serio dovrebbe intitolarsi “diario di uno schizofrenico” o roba del genere, perciò decido di acquistarlo.

Come leggete i vostri libri? Tutti d’un fiato o piano piano? Per me sono come i regali di Natale, ad averne troppi sembrano tutti uguali. Quando ho un libro in mano lo leggo lentamente, me lo godo abbastanza cercando di non arrivare mai al troppo, instaurando con lui un rapporto prudente. Mi piacciono le amicizie che nascono poco a poco, e cerco di evitare i viaggi troppo brevi. Il libro di Bartolomei mi ha accompagnato per una settimana circa, e devo rendergliene merito, è stato un compagno di viaggio delizioso. Ironico, nella sua grande umanità, e commovente.

Come ogni altra cosa anche i  libri vengono organizzati per categorie, il giallo, il sentimentale, il fantasy e così via. Esiste però una forma di categorizzazione privata, la mia prevede la dose di simpatia . E’ importante la simpatia. Personalmente ritengo che un libro simpatico aiuti a far andare la vita un po’ meglio, e “La banda degli invisibili” ne ha così tanta, che finisci per volergli bene.

Perché quei vecchietti sono teneri e forti, buffi ma tenaci, sono belle persone, un po’ sconclusionate e con tanta voglia di fare.

Siamo una società ormai vecchia, e da un bel po’ ci facciamo i conti. Sarà sicuramente un problema da affrontare ma la medaglia ha sempre due facce, e leggere di questi vecchietti pieni di energia, fantasia, generosità, e voglia di rivalsa, non può che farci bene. Perché sarà anche vero che la tarda età anziana è l’età più vicina alla fine, ma  è una fine ancora tutta da vivere.

Recensione di Manuela Leonessa

 

 

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